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Louie Vega and his Elements of Life

Mercoledì 7 Luglio 2004


Abbiamo incontrato Louie Vega a roma, insieme al suo gruppo al completo. gli Elements of life, sulla terrazza de L'alibi, lo storico club di testaccio. Questa intervista è stata fatta in un clima assolutamente non ufficiale tra un drink e l'altro, ascoltando musica soul-disco early'80 mixata sapientemente dal dj Ralphie Boy Muniz... Ma il contesto è servito ad entrare nello spirito del gruppo: è come fosse una famiglia allargata... di grandi musicisti. Nel momento in cui è entrato il pezzo di Chaka  Khan, Clouds , si è scatenato il party vero e porpiro, con le due cantanti Ananè (attuale moglie di Vega) e Queen Aminah (background vocal del tour), che cantavano sul pezzo.
Con Vega abbiamo ripecorso la sua storia di bambino nuyorican che nei primi anni '70 si è trovato a vivere la bellissima avventura musicale della sua gente, i Portoricani del Bronx.

Che influenza hanno avuto sulla tua professione di dj le esperienze musicali dei tuoi familiari?
ne hanno avuta molta, sono cresciuto ascoltando la musica salsa che suonavano i musicisti portoricani. Mio padrea, Louie vega sr., suonava il sax xon alcune band, ma non ha mai inciso dischi, mentre mio zio, Hector LaVoe, era un cantante molto noto all'epoca. Era nei Fania All Star, e incise una serie di dischi con la loro etichetta discografica. Grazie a lui ho conosciuto un grande musicista Willie Colon. Erano gli anni d'oro della salsa newyorchese, nata alla fine degli anni '60 all'Hotel Saint Geroge di Brooklyn, grazie a giovani musicisti come Willie Colon, Hector LaVoe, Ray Barreto, Bobby Valentin,  i Rebron Brothers...
(ndr: La Fania All Stars era un collettivo di atristi nato nel '71 al Chetah Club di Manhattan e fu un importante referimento dei salseros newyorchesi)

Parlaci dei tuoi inizi con la musica hip hop
Erano gli anni di grande fermento musicale a New York (intorno al 1978). Da una parte la scena disco dei club-mito come il Loft o il Paradise Garage, e djs come Larry Levan, Dave Mancuso, Shep Pettibone, Jellybean Benitez... dall'altra la prima scena hip hop, la old school di Africa Bambaataa, Grandmaster FlashJazzy Jeff. Andavo spesso ai parties di Bambaataa (Bronx river Projects)... E ovviamente mi sono fatto influenzare da tutte queste situazioni, era molto interessante per me entrare in contatto con questi artisti. Quegli anni mi sono serviti per formarmi sia come dj che come produttore musicale.

Infatti il tuo sound è stato sempre molto eclettico. Già all'epoca mixavi hip hop e latin grooves, freestyle e garage house, new wave britannica e african jazz...
E infatti ha continuato ad essere una costantedei miei dj set, ecco perchè mi piace suonare non meno di 4-5 ore.

Poi hai incontrato Kenny Dope Gonzales e sono nati i Masters at Work, il vostro esordio con la produzione dell'album di debutto di mar Anthony "Ride on the rhythm vol.1", fu indimenticabile... Siete considerati i creatori di un vero e proprio genere musicale, il "latin house groove".
Si, ma non amo etichettare il mio genere musciale. L'essenziale è fare musica. tutta la musica è importante purchè sia di qualità.

Come giudichi la scena dei clubs di NewYork di oggi?
E' chiaro che l'epoca d'oro della discomusic e quella della prima house saranno difficili da ripetere. Però io credo che sia una questione dicorsi e ricorsi, come nella Storia. Magari tra qualche anno viene fuori qualcosa di nuovo e importante e si ritornerà ai fasti del passato. Personalmente ora sono molto legato alla serata Roots del mercoledì al Club Cielo (18 Little West 12th street, NYC), dove mi esibisco con Kevin Hedge suonando rare grooves, latin jazz, fania, boogaloo, bossa, afro-cuban e afro-jazz, e dove presentiamo le nostre ultime uscite discografiche. Credo sia importante ripercorrere la storia musicale degli anni passati, per farla conoscere alle nuove generazioni. In queste serate la cosa funziona ela gente lo apprezza.

Parlaci di questo tuo nuovo progetto live Elements of life, con il quale sei in tour in Europa...
Amo molto la musica suonata, secondo me è importante comunicaer con il pubblico e con una band la cosa riesce ancora meglio. Era un progetto al quale stavo pensando da tempo e finalmente nel 2003 l'ho realizzato. I musicisti che ho coinvolto sono secondo me tra i migliori in circolazione. Ho creato un gruppo molto affiatato, siamo come una grande famiglia, che è un pò anche la filosofia di questo progetto. E' diverso dalle mie produzioni dance, fondamentalmente è latin jazz con influenze di musica africana. E' molto forte la componente spirituale, io la chiamo la dance del cuore.

A questo punto ti senti più dj o più musicista?
Tutte e due le cose insieme. Ho sempre pensato come un musicista anche quando facevo solo il dj o il produttore, e in questa mia nuova veste di musicista ci metto molto della mia esperienza di dj. Ho girato tutto il mondo suonando nei clubs, ma farlo con una band è un'altra cosa. Sono emozioni diverse, ma gratificanti entrambi. Per Elements of Life ho aperto un'etichetta apposta, la Vega Records, sulla quale è uscito anch el'album di remix del primo Elements of Life e uscirà a settembre che si chiamerà Extensions.

Quale tra i grandi artisti con i quali hai collaborato ammiri di più in assoluto?
Non ho dubbi: George Benson. E un genio! la sua musica è grande, sopratutto nel periodo in cui collaborò con Quincy Jones.

Come dj dove ti sei trovato meglio?
In Giappone, a New York, in Inghilterra... e in Italia.

E in Italia dove?
Sono molto legato agli Angels of Love di napoli... poi mi piace l'Echoes e anche il Guendalina di Lecce. Poi sai, dipende molto dalle serate.. però in questi posti mui sono sempre divertito molto.

Un'ultima domanda e ti lascio al tuo party. Ci faresti una tua playlist dei 5 dischi che preferisci in assoluto?
Subito!
Songs in the key of life di Steve Wonder, Dr. Buzzard's Original Savannah Band, Nuyorican Soul, The Dude di Quincy Jones, Gamble & Huff, MFSB...

Le foto del party



Interview by Simona Faraone